lunedì 7 maggio 2007

Notizia del giorno...7/5

NIGERIA: Il candidato del partito al potere Umaru Yar'adua è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali in Nigeria. La vittoria del candidato del Partito democratico popolare (Ppd), del presidente uscente Olusegun Obasanjo, è stata proclamata dal presidente della Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec), Maurice Iwu.

Yar'adua ha ottenuto - secondo i dati diffusi da Iwu - 24.638.038 voti. Il generale Muhammadu Buhari, candidato del Partito di tutti i popoli della Nigeria (Anpp), è arrivato secondo con 6.605.299 voti. Terzo il candidato del partito Action Congress (Ac), l'attuale vicepresidente Atiku Abubakar, passato all'opposizione, che ha avuto 2.637.848 voti

MALI: Il capo di stato uscente Amadou Tounami Touré è stato confermato al primo turno delle elezioni presidenziali. Secondo i risultati parziali, Touré ha ottenuto il 58,3 % dei voti, contro il 25% del presidente dell'assemblea nazionale Ibrahim Boubacar Keita. L'opposizione ha denunciato brogli e ha annunciato un ricorso alla corte costituzionale.


In Nigeria il delfino del presidente uscente ha ottenuto sei volte i voti del candidato arrivato secondo. In Mali il capo di stato uscenete è stato riconfermato con il 58% mentre il secondo si è fermato al 25%.
Se fossimo in Europa mi direi contento. Saremmo infatti di fronte a due eclatanti casi di buongoverno. Purtroppo questi dati vengono dall'Africa e il dato che ne esce fuori è uno: in buona parte del continente ancora non esiste la democrazia, ma una sorta di dittatura mascherata.
Esempio fin troppo semplice è la Nigeria. Consideriamo il caso della famosa zona del Delta del Niger, ricchissima di petrolio. Gli abitanti di quest'area (circa 20 milioni) subiscono lo strapotere del governo centrale, vedono il loro territorio sfruttato dalle compagnie petrolifere straniere e cosa fanno? Votano in massa il governo che ha permesso tutto questo.

La domanda che nasce a questo punto è: cosa sta facendo la comunità internazionale?
Col passare del tempo la risposta si delinea da sola: sta a guardare mentre le multinazionali sfruttano questi paesi grazie anche a governi corrotti.

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