martedì 21 agosto 2007

Beppe Grillo ed il V-Day

Devo dirlo: di Beppe Grillo non mi piace lo stile. E' un fatto di sensazione a pelle, il carisma del famoso comico italiano mi irrita. Sinceramente, parlo da chi segue il suo blog e le sue iniziative in modo distratto, mi sembra più un capo popolo che una guida.
Pur riconoscendo a questo soggetto tarchiato e dalla caratteristica acconciatura una geniale sagacità ed un notevole spirito di iniziativa mi irrita la sua volgarità.
Volgare non è soltanto il suo modo di parlare, pieno di "cazzi" e simili, volgare è il suo modo di atteggiarsi, il suo modo di essere, il suo stile (ovviamente mi riferisco ai video che ho visto e a quello che ho letto). Porta avanti concetti molto semplici con una dialettica molto aggressiva e affascinante.
Guardatevi il video di Beppe Grillo al parlamento europeo. [Video che potete trovare nella colonna a destra di questo blog] Immaginatevi il target (termine preso dal marketing) di quel discorso, le persone a cui si rivolge, e domandatevi cosa ci faccia lui in quel luogo. Non si risparmia qualche "cazzo" e nemmeno l'appellativo di Psico-nano rivolgendosi a Berlusconi...
Ce lo vedete un Ezio Mauro, un Paolo Mieli, un Gianni Riotta ad usare quelle parole?

Quelle cose potevano essere dette in modo molto più sobrio e approfondito, ma no, non l'ha fatto.
La dualità del personaggio si può notare nell'ultima sua iniziativa: il V-DAY.
Da una parte un intento ottimo, tre obiettivi chiari e condivisibili, dall'altra un titolo che è tutto un programma: vaffanculo day.
Da alcuni l'iniziativa è stata definita "la solita pagliacciata di Beppe Grillo" e, diciamocelo, rischia di essere davvero una pagliacciata.
Gli obiettivi, dicevo, sono condivisibili: via dal parlamento chi ha problemi con la legge; possibilità di scegliere i candidati in fase di voto; possibilità di fare massimo due legislature.
Sono d'accordo.
Quello che mi lascia perplesso è però il modo di organizzare la cosa. Il rischio è seriamente quello che il tutto si trasformi in un insieme di manifestazioni fatte di slogan contro la politica in generale e niente di più.
Il malumore che adesso percorre la nostra società (basti pensare alle copie che sono state vendute de "La Casta") se si trasforma in un vaffanculo generale rischia di non produrre alcun effetto. Beppe Grillo fa bene a farsi promotore di un'iniziativa volta al miglioramento del parlamento, ma farebbe bene anche a spogliarla di tutte gli elementi che rischiano di renderla effimera, primo tra tutti la volgarità da stadio.

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