mercoledì 24 gennaio 2007

Notizia del giorno...24/01

(ANSA) - ROMA, 24 GEN - Il primo figlio comporta in media, per una famiglia italiana, una spesa mensile tra 500 e 800 euro e tra il 18 e il 45% di reddito in meno.E' quanto emerso in un convegno sul tema 'Quanto costano i figli?'. Sono le famiglie piu' numerose ad essere piu' esposte al rischio di poverta':nel 2003 erano sotto la soglia di poverta' relativa il 20,9% delle coppie con almeno tre figli. Oltre alle spese vive c'e' inoltre da considerare il costo dato dal tempo investito, sostenuto quasi tutto dalla madre.
Facciamo due conti. Prendiamo uno stipendio come può essere quello di un impiegato e togliamo le cifre che porta questo convegno: 1200€ - 20% ----> 960 € - 600€ = 360€. Un figlio equivale quasi ad uno stipendio di un genitore. Se moltiplichiamo per due capiamo perchè è diventato fuori moda fare più di un figlio. Cosa rimarrebbe ad una coppia di genitori (sposati, età intorno ai 30, stipendi, se presenti, piuttosto bassi perchè la carriera è appena iniziata)? Quasi nulla. Allontaniamoci ancora di più dalle questioni affettive del tipo "un figlio è un pezzo de còre".
Pensiamo al figlio come ad un investimento, quanto tempo impiegherà a produrre un minimo di ricchezza, quella sufficiente a sfamarsi. Ora come ora, se il ragazzo ha intenzione di studiare, non percepisce uno stipendio fino ai 24 anni. Consideriamo il fatto che in una economia agricola come quella di qualche decennio fa il figlio poteva essere considerato un investimento, già da piccolo poteva contribuire all'economia familiare dandosi da fare nelle attività contadine.
Questo basta a capire perchè è sempre più difficile vedere in giro delle giovani famiglie. Ci sono meno matrimoni, è vero, ma è anche smepre più difficile riuscire a mantenere un nucleo familiare se si dispone di modeste risorse economiche.
Personalmente credo che tutto questo sia insostenibile. Da una parte perchè penso che il vivere in una famiglia aiuti, ad ogni età, la persona ad essere felice (e questo non è poco); dall'altra per una mera considerazione di tipo economico: meno bambini significa, dopo venti-trenta anni, meno laureati, meno operai per l'economia del paese. Meno persone che versano contributi per le pensioni di chi adesso ha 40 anni. Nell'ottica del lungo periodo possiamo quindi aspettarci, per il nostro paese, un aumento dei costi "sociali" (pensioni, sanità ecc) e uno stallo delle entrate.

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