giovedì 8 marzo 2007

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Ecco quello che sono andato a scrivere sul blog di Pecoraro Scanio:

Caro Ministro,
sempre più spesso siamo costretti a prendere provvedimenti per cercare di risolvere emergenze rifiuti.
Tonnellate di immondizia che non trovano sistemazione.
Quello dei rifiuti è uno dei più pressanti problemi che le moderne società si trovano ad affrontare.
Le risposte fino a qui date sono il ricliclo dei materiali, l'incenerimento o la creazione di nuove discariche.
E' chiaro che non possiamo pensare di creare discariche e bruciare rifiuti in eterno: l'ambiente in cui ci troviamo diverrebbe invivibile.
Quello che io vedo sono enormi sforzi nella direzione del riciclaggio, sforzi a cui non sempre seguono dei risultati significativi in quanto non siamo solo di fronte ad una sfida organizzativa, ma anche di fronte a dei costumi da correggere.
Questa rimane comunque la prima direzione da seguire.
Personalmente però mi chiedo se sia tollerabile l'attuale situazione di consumismo sfrenato. Mi spiego: nei supermercati e nei negozi in genere vediamo, col passare del tempo, la confezione, l'imballaggio, prendere il sopravvento sul prodotto stesso. Non più solo come immagine, ma anche come peso. Le cose che compriamo inoltre hanno spesso una utilità che si esaurisce nel giro di poche ore.
Non è accettabile che tutto quello che compriamo sia, dopo pochi minuti, da buttare.
Chiunque apra il proprio frigo o la propria dispensa vede contenitori di plastica, vetro, carta che verranno gettati nella spazzatura e, solo nella migliore delle ipotesi, riciclati.
In molti casi diventa persino difficile separare i vari tipi di materiale (per es. i contenitori tetrapack).
Nell'affrontare questo problema i metodi su cui ci si concentra vedono le autorità cercare un sistema per trattare i rifiuti che vengono prodotti. Perchè non cercare anche di ridurre le quantità di immondizia prodotta?
Se io guardo il caso della mia famiglia, mi accorgo che l'immondizia che esce dalla nostra casa è composta quasi esclusivamente da confezioni di prodotti di cui facciamo un uso quotidiano.
Ogni kg di spazzatura è un costo per la comunità: costo monetario per lo smaltimento diretto, ma anche un costo in termini sanitari perchè danneggia la salute dei cittadini.
Perchè allora non tentare di ricorrere anche ad un approccio meramente monetario, l'unico che si concilia perfettamente con un'economia di tipo capitalista?
Riduciamo le tasse alle grandi aziende che:

1) utilizzino, per le confezioni dei loro prodotti, plastiche biodegradabili derivate dal mais;

2) ricorrano non più a prodotti usa e getta, ma a distributori capaci di riempire contenitori riutilizzabili (sul modello dei distributori di latte fresco che riempiono bottiglie di vetro che l'utente si porta da casa; una vasta gamma di prodotti alimentari e non solo è compatibile con questo tipo di approccio);

3) riducano la quantità di materiali di scarto nelle confezioni che saranno vendute, in altre parole ottimizzano il rapporto tra peso netto e peso lordo.

Spero che consideri sensato quello che ho appena scritto,
Saluti

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Voi che ne pensate?

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