martedì 6 marzo 2007

Notizia del giorno...6/3

Mosca, 6 mar. (Ap-Apcom) - Ivan Safronov, il giornalista del Kommersant trovato morto venerdì sera davanti alla sua casa a Mosca, aveva indagato in passato su accordi per la fornitura di armi tra la Russia, l'Iran e la Siria. Lo scrive oggi il quotidiano per cui lavorava, aggiungendo ulteriori ombre sulle cause del suo decesso, che potrebbe diventare un caso internazionale.

Dopo il ritrovamento del cadavere, davanti alla sua casa di Mosca, con "ferite e contusioni tipiche di una caduta dall'alto", gli ambienti investigativi avevano bollato l'accaduto come un suicidio. Ma, immediatamente, i colleghi del giornalista avevano espresso i forti dubbi su quest'ipotesi. "Conoscendolo bene, posso dire che non era certo il tipo da uccidersi", aveva detto a caldo il direttore del giornale Andrei Vasilev. Un dubbio raccolto dalla Procura di Mosca, che ha aperto un'inchiesta per l'ipotesi di reato di "istigazione al suicidio" sulla morte del giornalista, un ex colonnello dell'esercito che scriveva per lo più commenti su questioni relative alla difesa.

Il Kommersant oggi, in un lungo articolo, spiega che Safronov aveva avvertito i suoi colleghi di avere notizie sul piano russo di vendere armi a Iran e Siria via Bielorussia. Tuttavia, il giornalista aveva deciso di non scrivere un articolo perché era stato avvertito dall'FSB - i servizi segreti russi eredi del KGB - che, se fosse scoppiato un caso internazionale, contro di lui sarebbe stata aperta un'inchiesta. In particolare, la questione sensibile sarebbe quella di un presunto accordo per la vendita dei missili "Iskander" alla Siria. La sensazione che non si sia trattato d'un semplice suicidio è condivisa da molti giornalisti russi. L'Associazione dei giornalisti ha annunciato attraverso il suo segretario generale Igor Yakovenko, che condurrà un'inchiesta indipendente sulla vicenda.


Yakovenko ha ricordato che dal 1993 sono stati 214 i giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. "Nessuno dei casi che riguardano la morte di un giornalista nel nostro paese - ha aggiunto - è mai stato realmente risolto". In alcuni casi sono anche stati individuati gli assassini, ha detto ancora Yakovenko, ma non sono stati processati. O addirittura non sono state aperte inchieste. In ogni caso, mai è stato individuato un mandante. "Siamo molto preoccupati del fatto che questi omicidi stiano aumentando e che questi crimini stiano diventando un affare che rende", ha affermato Yakovenko, ricordando l'assassinio della giornalista della Novaya Gazeta Anna Politkovskaya.

Aggiungo un altro particolare: Ivan Safronov aveva comprato, prima di tornare a casa, delle arance.
Parlare di suicidio è ridicolo.
Un giornalista affermato, poco prima di rivelare importanti notizie su traffici sospetti di armi, esce di casa, compra delle arance e si getta da tetto del palazzo in cui abita.
Siamo di fronte all'ennesimo omicidio di gionalisti russi, caso analogo a quello di Anna Politkovskaya la quale fu uccisa a colpi di pistola il sette ottobre scorso, giorno, tra le altre cose, del compleanno di Putin.
In una Russia che aspira di nuovo allo status di potenza globale prendono forma spettri di repressione. Tutto ciò che rischia di portare disordine o discredito a livello internazionale deve essere eliminato.
Da notare il potenziale danno che avrebbe avuto il governo russo di fronte a delle prove dell'esistenza di traffici di armi tra la Russia, la SIRIA e l'IRAN, paesi, questi ultimi, al centro dell'attenzione della comunità internazionale per le tensioni con Israele e gli USA.

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