sabato 3 marzo 2007

Mi limito a passarvi un articolo preso da Internazionale.it
Parla del Darfur:pochi giorni fa l'Aja ha accusato un ministro sudanese e il capo delle milizie janjaweed di genocidio.
Ecco l'articolo:

Giustizia in Darfur
Arrivano le prime accuse per il genocidio. Un passo avanti per la giustizia in Darfur.

"Un importante passo avanti sulla strada della giustizia". Così l'Independent commenta la decisione del giudice della Corte penale internazionale (Cpi), Moreno Ocampo, che il 27 febbraio ha formalmente accusato il ministro sudanese Ahmed Harun e il capo delle milizie janjaweed Ali Abd di aver commesso crimini contro l'umanità legati al genocidio in corso nelle province occidentali del Sudan.

Secondo il dossier di Ocampo, i due sarebbero rispettivamente la mente e l'esecutore di massacri e stupri costati la vita ad almeno 200mila persone. Come spiega il quotidiano, finché rimarranno in Sudan, dove non sono presenti forze di pace internazionali, Harun e Abd non correrranno rischi.

Ma le accuse sono comunque un importante segnale a livello internazionale. "Il documento di 94 pagine compilato dai procuratori della corte – scrive l'Independent – dimostra per la prima volta l'esistenza di legami diretti tra le autorità sudanesi e le milizie janjaweed. Soprattutto, il rapporto svela le responsabilità di Ahmed Harun".

La corte ha infatti scoperto due discorsi in cui il ministro dichiara di aver avuto mano libera dal presidente El Bashir per la repressione e l'uccisione di tutti i membri dell'etnia fur.

"La giustizia internazionale deve fare il suo corso – conclude il quotidiano – e risalire alle responsabilità delle più alte cariche politiche e militari".

Anche secondo El País la decisione del procuratore è un passo importante, frutto di un lavoro investigativo durato oltre 20 mesi, che però deve ancora passare al vaglio del tribunale.

"Se i magistrati della Cpi confermeranno le accuse – scrive il giornale – la comunità internazionale dovrà fare pressioni su Khartoum per l'estradizione dei due imputati". Un compito non facile, visto che il governo sudanese non riconosce la legittimità del tribunale dell'Aja.

"In ogni caso – conclude El País – è importante che la corte si pronunci in modo vincolante su qualla che è una delle peggiori tragedie degli ultimi decenni. Soprattutto perché con una presa di posizione forte, la Cpi acquisterebbe una nuova legittimità".

"Per la Corte penale internazionale, il 27 febbraio è stato un giorno eccezionale", scrive Le Monde. Tuttavia, il compito della giustizia internazionale non sarà facile: finora, infatti, il tribunale non ha potuto lavorare sul territorio del Darfur per i rischi a cui sono esposti i testimoni. Inoltre, la Cpi ha l'abitudine di non aspettare la fine dei conflitti per intraprendere le sue azioni giudiziarie.

Questa strategia – come dimostra il recente caso dell'Uganda, dove il processo di pace si è interrotto per le accuse ai ribelli del nord – ha dei limiti oggettivi. Ma soprattutto è necessario capire quale sarà la posizione di Stati Uniti e Gran Bretagna.

"Washington e Londra premono su Khartoum affinché accetti la presenza di forze di pace dell'Onu, ma allo stesso tempo intrattengono rapporti con il governo sudanese nel quadro della lotta ai movimenti islamisti internazionali".

"I due paesi – conclude Le Monde – devono prendere una posizione chiara e decidere se dare la priorità alla lotta al terrorismo o alla ricerca della giustizia in Darfur".-Andrea Pipino

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