giovedì 22 marzo 2007

Vagando...

Stavo per arrivare in Facoltà e come ogni mattina trovo due disgraziati inteni a distribuire CITY e METRO ai passanti. (City e Metro sono due quotidiani gratuiti).
Prendo metro e...Felicità!
E' uscito il Romanzo di AMICI intitolato "ad un passo dal sogno"!!!!
Sotto il titolo una scritta che mi spalanca il sentimento:
"Divertente e tenero come i ragazzi di oggi." Maria De Filippi

Sono tre le cose di cui vorrei parlare, tutte racchiuse nelle poche righe sopra:

1) Partiamo dal fondo: siamo sicuri che i ragazzi di oggi siano divertenti e teneri?
Non era meglio scrivere "superficiale" o "leggero"?
I ragazzi di oggi non sono poi così divertenti, hanno infatti bisogno di accendere la tv per cercare di divertirsi. Non sono nemmeno poi tanto teneri, visti tutti i dibattiti sull'educazione e sui costumi che in molte zone di questo paese stanno degenerando.

2) Il titolo: "ad un passo dal sogno".
A cosa mira una persona?
Alla felicità? ... sbagliato!
Il "sogno" è la fama, il successo.
Allora mi chiedo a che serve il successo.
Ad essere felici? ...sbagliato!
O meglio, il successo sembra essere la cura moderna ad ogni tipo di tristezza, la chiave per spalancare tutte le porte da oltrepassare per giungere alla felicità. Peccato che le cose non vadano sempre così:
in questi tempi il successo in TV assomiglia sempre di più al Potere, nel senso che chi non ce l'ha combatte per raggiungerlo (logorandosi nella speranza poi di poter essere tranquillo) e chi l'ha raggiunto combatte per mantenerlo.
Il risultato è una continua insicurezza, un continuo arrovellarsi a cui pochi riescono a sottrarsi e che genera inevitabilmente, nella interiorità della persona, sensazioni negative.
Lo Spettacolo non è più un lavoro, è una lotta per la sopravvivenza.
Chi riesce a "diventare famoso" subisce una distorsione della realtà che gli impedisce di valutare con un minimo di razionalità quello che sta vivendo.
Un'altra cosa dell'essere famoso è la Solitudine.
E' paradossale.
In questa era tutti, chi più chi meno, sentiamo il bisogno di comunicare,di condivedere con gli altri le proprie emozioni. Soffriamo per la solitudine che spesso ci accompagna nonostante i sorrisi (finti) che ci scambiamo con chi abbiamo intorno.
Il successo è visto come via di uscita da questo stato: essere conosciuto da tutti sembra dare al soggetto un qualche diritto di scelta tra le persone che lo circondano; non più avvicinare, ma essere avvicinato, essere inoltre ammirato per fare qualcosa di importante ( !!! ). Il passo ad avere amici interessanti e veri sembra breve.
Le cose sono diverse: in questa società chi appare in televisione, il personaggio mediatico, è più simile ad una divinità che ad una persona; i comuni mortali perdono il diritto di parlare con tali esseri, si avvicinano ad essi solo per un autografo, una foto ("guarda, ho una foto con pincopalle!"), niente di più.
Il contatto con il personaggio famoso diventa per alcuni solo un modo per essere famosi nella propria cerchia, non si ha l'interesse a stringere una vera amicizia.

Riuscite a seguirmi o sto iniziando a delirare?

3) L'editoria sta cambiandio. Se in peggio od in meglio ancora è da vedere.
Sempre più libri che compaiono negli scaffali assomigliano a prodotti televisi di qualità scarsa o, nel migliore dei casi, a banali prodotti di consumo puro e semplice.
Moccia, con i sui successi editoriali, il membro degli Zero Assoluto (bella coppia) con il suo "Spielberg ti odio" e ora quelli di Amici con "A un passo dal sogno".
Assistiamo ad una sempre più forte commistione tra libro e prodotti di svago di altro tipo.
Mi spiego: Moccia deve il suo successo anche ai due film tratti dai suoi romanzi, quello degli Zero Assoluto deve la sua pubblicazione alle canzoni che ha cantato, le 150.000 copie di "A un passo dal sogno" sono state stampate solo perchè la trasmissione "Amici" ha molto successo.

Moccia, il divo Moccia, ha venduto moltissime copie dei romanzi "Tre metri sopra il cielo", "Ho voglia di te", "Scusami, ma ti chiamo amore" (i titoli forse sono questi).
Tre romanzi che hanno avuto un enorme successo tra le ragazze più o meno giovani, tre romanzi che scorrono bene, appassionano, sono prevedibili e parlano più o meno di cazzate.
Assomigliano a dei telefilm più che a dei libri.
Il brutto è che molte ragazze toccano solo questi libri, in poche prescelte riescono ad apprezzare libri caratterizzati da stile o argomenti diversi.

Il bello di questo nascente fenomeno è che alcune giovani vengono spinte a coprare e leggere dei libri. Le case editoriali vendono, e anche questo può essere considerato un aspetto abbastanza positivo. Sarebbe bello se le lettrici di questi romanzi iniziassero ad appassionarsi anche a, che so... alle sorelle Bronte per poi passare ad altri romanzi della letteratura ottocentesca francese e inglese...
Dubito che questo succeda, mi sbaglio?

A questo punto una domanda:
Chi di voi leggerà "A UN PASSO DAL SOGNO"?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono daccordo con te su tutta la linea, come del resto lo sono quasi sempre quando riesci a fare queste lucide analisi della realtà d'oggi, che magari partono da opinioni, almeno in parte, comuni a molti ma che pochi riescono ad esplicitare analiticamente. E poi mi piacciono un sacco le infamate ironiche e sarcastiche ai lobotomizzati che sbavano dietro Maria de Filippi o simili, tutti i loro surrogati e la fetta di società che rappresentano!

Anonimo ha detto...

(Scusa ho dimenticato di firmare...)
Andrea