lunedì 2 aprile 2007

Recensione: Gomorra

ROBERTO SAVIANO; GOMORRA;
ed. Mondadori, collezione Strade Blu.

(Sottotitolo: viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra).

Devo ammetterlo: questo libro non mi ha appassionato.
Sulla recensione in copertina è descritto come un libro avvincente, ma per me non lo è.
Sarebbe avvincente se fosse un romanzo, forse, se tutto quello di cui si parla fosse frutto della perversa fantasia dello scrittore. Purtroppo non ci troviamo di fronte ad una invenzione di Roberto Saviano: quello di cui si parla è successo e succede veramente. Ci sono le prove. Alcune alla luce del sole, altre nascoste in mezzo alle colline del casertano, altre ancora dentro qualche casa di uno squallido quartiere, altre sotterrate in fondo ad un pozzo.
Gomorra non è uno di quei libri che offre ore di svago; potrei dire che offre soltanto malessere. Un malessere necessario quanto la consapevolezza.
L’autore è, dentro al romanzo,ora uno spettro che naviga per i quartieri più malfamati di Napoli, ora un bracciante al soldo di un “commerciante cinese”, ora uno dei tanti abitanti di Casal di Principe.
Questo libro ci offre la possibilità di tentare di capire cosa la camorra sia, ci libera dalla banalità con cui questo argomento è trattato in televisione, dai luoghi comuni, dagli stereotipi.
Il camorrista non è il sanguinario leader di un gruppo criminale, non solo. Il camorrista è un imprenditore, dotato di un grande talento e privo di scrupoli. Non siamo di fronte alla mafia siciliana, ad un anti-Stato criminale. Siamo di fronte ad un parassita che agisce nell’ombra delle istituzioni, sempre attento a non mettersi troppo in mostra perché quello che conta sono solo gli affari. Droga, materiale contraffatto, rifiuti, appalti, ma anche ristoranti in Scozia, commercio legale di prodotti tipici campani, negozi di vestiti in Australia...persino le bancarelle che rifornivano di acqua e panini i fedeli accorsi per la morte di Giovanni Paolo Secondo. Tutto ciò che può garantire stratosferici guadagni.
E il bello è che siamo noi, gente “onesta” il fondamento del successo e della ricchezza dei molteplici clan della camorra.
Gente onesta a cui, per divertirsi, capita di consumare droga...”tanto sono affari miei”...
Gente onesta che produce rifiuti in quantità tali da non essere smaltibili nei modi previsti dalla legge.
Gente onesta che considera normale, giusto, comprare materiale contraffatto nelle bancarelle.
Gente onesta che chiude gli occhi di fronte alle enormi difficoltà che si incontrano nel Sud quando si cerca un lavoro onesto.
Gente onesta che preferisce non informarsi, ignorare perché...”tanto io cosa posso farci?”

Leggere questo libro penso sia un dovere di cittadino. Indignarsi affinché la propria voce si unisca a quelle di coloro che combattono la criminalità organizzata e rischiano la vita ogni giorno. Essere consapevoli è il primo passo del lungo cammino verso la legalità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimentoni, a parte il libro in sé, che (credo) non leggerò, la recensione è da manuale! Non scherzo! (Forse l'anafora "Gente onesta" è un pò retorica, comunque è efficace)
Sarebbe da sottoporre ad giudizio giornalistico del prof. Del Nero...

Rosi