giovedì 3 maggio 2007

Notizia del giorno 3/5

(ANSA) - FIRENZE, 3 MAG - Sono gia' 35 i giornalisti uccisi in varie parti del mondo dall'inizio dell'anno. Nel 2006 furono in totale 107. Lo rende noto l'Isf. Nell'85% dei casi il colpevole non viene individuato. E non si muore solo negli scenari di guerra ma anche in Colombia, Messico, Haiti, Filippine, Algeria, Iran, Russia. L'Isf, Information safety and freedom, ha scelto di dedicare la Giornata mondiale della liberta' di stampa all'Afghanistan organizzando un convegno.

35 giornalisti uccisi in quattro mesi: circa uno ogni 4-5 giorni. Il dato è preoccupante. A morire sono infatti persone che vogliono raccontare fatti ed eventi che di fatto sono invisibili agli occhi dell'opinione pubblica. Il giornalista vive situazioni di estremo pericolo, ma non lo fa con un mitra in mano.
In questi momenti mi viene da pensare alla questione Mastrogiacomo. Evitai di parlarne mentre la polemica infuriava in quanto era facile cadere nei discorsi prettamente inerenti la politica interna. A mente fredda ricordo l'astio che alcune persone dimostravano nei confronti di un giornalista che era andato, secondo loro, a ficcarsi in situazioni pericolose per il gusto di farsi vedere. Una volta catturato è stato scandaloso averlo liberato con uno scambio di prigionieri.
Non sono d'accordo.
Il giornalista che cerca di scrivere da zone di guerra rende un servizio a tutto il paese. E' nel nostro interesse venire informati su quello che sta succedendo in aree geografiche che sono centro di grandissimi interessi e in cui si decidono le sorti di interi paesi.
Chi pensa di poter fare a meno di questi contributi è prima di tutto un ignorante.
I giornalisti che quotidianamente rischiano in prima persona devono sapere che non verranno lasciati a se stessi in momenti di bisogno. Sarebbe scandaloso che uno stato voltasse le spalle in nome principio secondo cui non si tratta con i terroristi. Dire inoltre che l'aver liberato pochi prigionieri metta in pericolo i militari presenti in Afghanistan suona un po' come una presa di giro...a mettere in pericolo i ostri militari sono le migliaia di guerriglieri sparsi nel Sud dell'Afghanistan, un esercito formato da più di tre o quattro persone...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e ci credo che la pensi così!chi è quello stupido che incolpa il governo di aver liberato un giornalista con un compromesso "troppo grande" ovvero con lo scambio di prigionieri?ah! dimenticavo...berlusconi e company

T ha detto...

Non ho parlato nè di Berlusconi nè di suoi collaboratori. Ho parlato di persone che criticano i giornalisti che vanno in zone di guerra, tutto qui.

Certo, che Berlusconi si aggrappi a tutto pur di criticare il governo questo è normale, è la prassi del gioco di fazioni in cui si muove la politica.
Vorrei comunque sottolineare che il cavaliere non si concentrò tanto sul giornalista, sulla sua liberazione, quanto sulla perdita di prestigio a livello internazionale che, secondo lui, questa mossa comportava.

A questo punto ci sarebbe da far polemica, ma evito.