lunedì 5 febbraio 2007

MILANO (Reuters) -" Il calcio non deve mai chiudere, è una delle industrie più importanti d'Italia che ha bisogno di continuare a operare, e in questo mondo anche i morti fanno parte del sistema."
Sono le parole del presidente della Lega calcio, Antonio Matarrese, che oggi ha commentato così sulle pagine di un quotidiano gli incidenti verificatisi tra polizia e tifosi venerdì a Catania in cui ha perso la vita l'ispettore capo della polizia Filippo Raciti.

SHOW MUST GO ON... colpiscono per la loro forza le parole di Antonio Matarrese. Colpiscono perchè parlano di persone uccise come parte di un sistema,colpiscono perchè danno di "esaltato e irresponsabile" a chi sostiene la chiusura degli stadi per un tempo maggiore alle due giornate, colpiscono perchè definiscono il calcio una industria. Se fosse un industria come fare per capire quanta ricchezza produce? Le società calcistiche non producono utile se non in pochi casi. Forse è un industria che va male?

Il calcio non è un industria, è un affare per le tv, è un affare anche per Matarrese che dirige la Lega Calcio. DOVREBBE essere soltanto un divertimento, ma in molti casi è fonte di odio, tra tifosi e contro le forze dell'ordine. Più che uno sport sta diventando un FIGHT CLUB i cui partecipanti sfogano lo stress accumulato durante la settimana. Senza contare l'alienazione dalla vitta reale di chi percepisce stipendi da capogiro per giocare al proprio sport preferito. Un calciatore di successo arriva a guadagnare in una settimana quello che un impiegato statale guadagna in una vita e tutto questo perchè è capace di buttare una palla in rete o parare un calcio piazzato. C'è solo da sperare che da questo caos ci guadagnino in visibilità altri sport, primo su tutti il rugby che tra poco vedrà iniziare il torneo delle sei nazioni.

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